Diagnosi Genetica Preimpianto (DGP)

L'obiettivo dell'analisi genetica degli embrioni è quello di poter trasferire quelli diagnosticati come sani.

In che cosa consiste?

La Diagnosi Genetica Preimpianto (DGP) è una tecnica che consiste nell’analisi genetica degli embrioni in fasi molto precoci del loro sviluppo in vitro con l’obiettivo finale di poter trasferire quelli diagnosticati come sani per lo studio genetico realizzato.

La DGP deve essere necessariamente unita a tecniche di procreazione assistita. Le coppie devono sottoporsi a un ciclo di Fecondazione in Vitro, dato che la stimolazione ovarica e il posteriore recupero ovocitario mediante prelievo vaginale deve permettere l’ottenimento di un numero sufficiente di ovociti, e in seguito di embrioni, che garantisca il trasferimento di almeno un embrione normale per la diagnosi genetica studiata.

La DGP si è prospettata come una alternativa allo studio prenatale, cercando di evitare le interruzioni delle gravidanze nei casi di feti non sani e si è rivolta a pazienti con gravi malattie ereditarie.

Quando è indicata?

Pazienti con gravi malattie ereditarie.

La Legge 14/2006, del 26 maggio, su Tecniche di procreazione umana assistita permette che i centri autorizzati, realizzino questo tipo di diagnosi in caso di malattie ereditarie gravi, che appaiono precocemente e che non sono suscettibili di trattamento curativo, conforme alle conoscenze scientifiche attuali. Questo tipo di diagnosi permette anche di scoprire altre alterazioni che possono compromettere la viabilità dell’embrione.

Altro scopo

L’applicazione delle tecniche di diagnosi preimpianto con qualsiasi altro scopo o quando si pretenda praticare a fini terapeutici per terzi, richiederà l’autorizzazione esplicita, caso per caso, dell’autorità sanitaria competente.

Tipi di DGP

  1. • Malattie recessive legate al cromosoma X: emofilia, distrofia muscolare di Duchenne, sindrome dell’X fragile, ecc.

    • Malattie monogeniche autosomiche recessive: fibrosi cistica, atrofia muscolare spinale, immunodeficienza combinata grave, anemia falciforme, etc.

    • Malattie monogenetiche autosomiche dominanti: corea de Huntington, distrofia miotonica di Steinert, sindrome di Marfan, ecc.

    Le malattie monogeniche sono originate da una alterazione, cambiamento o mutazione molto piccola che si produce in un gene. Questi cambiamenti nei geni sono ereditari e possono essere recessivi (perché si manifesti la malattia, i geni materni e quelli paterni devono essere colpiti) o dominanti (è sufficiente che uno dei due geni, materno o paterno, sia colpito perché la malattia si manifesti). D’altro canto, questi piccoli cambiamenti possono prodursi nei cromosomi sessuali (malattie legate al sesso) o nei cromosomi autosomici (non sessuali). La coppia avrà una maggiore o minore probabilità di avere una discendenza sana, se i geni coinvolti sono dominanti o recessivi o si tratta geni legati ai cromosomi sessuali o a quelli autosomici.

    La DGP rende possibile distinguere tra embrioni geneticamente normali e colpiti da malattie monogeniche, per cui grazie a questa diagnosi possiamo diminuire drasticamente il rischio di concepire figli con malattie monogeniche gravi.

  2. • Anomalie cromosomiche strutturali: si tratta di una anomalia nel contenuto di un cromosoma, cioè un pezzo non ha cambiato di posto o manca: come nei casi di traslocazioni, inversioni, delezioni.

    L’esempio più comune di riorganizzazione cromosomica è la traslocazione. Quando un membro della coppia è portatore di una traslocazione ha con frequenza delle difficoltà ad avere discendenza, sia per la non gestazione o perché pur rimanendo incinta ha aborti a ripetizione e non riesce a portare a termine la gravidanza. Questo si deve al fatto che la persona portatrice di tale anomalia produce gameti (spermatozoi o ovociti) non equilibrati che danno luogo a embrioni anormali che o non si annidano o causano un aborto. Una delle opzioni per queste coppie è realizzare una DGP per scegliere gli embrioni sani o equilibrati e metterli nell’utero, con lo scopo di avere un bambino sano.

    • Anomalie cromosomiche numeriche: si produce una anomalia che colpisce il numero dei cromosomi: Sindrome de Klinefelter (XXY), sindrome XYY.

    • Studio di aneuploidie o screening preimpianto: si cerca di studiare il maggior numero di cromosomi possibili in base alle tecniche attuali disponibili cercando di migliorare la percentuale di gestazione in pazienti di FIV con cattivo pronostico (età materna avanzata, fallimenti di impianti, aborti a ripetizione, fattore maschile severo, ecc.).

    Ogni individuo ha 23 paia di cromosomi. Ogni paio è costituito da un cromosoma paterno e uno materno. Grazie agli ultimi progressi tecnologici in DGP, possiamo conoscere la presenza o no di una serie di cromosomi o di tutti i cromosomi utilizzando la tecnica Array-CGH a partire da una sola cellula (il blastomero biopsiato) . L’applicazione di questa tecnica ci permette di studiare l’aneuploidia degli embrioni diminuendo il rischio di gravidanze trisomiche (per esempio, sindrome di Down) o altre anomalie numeriche che impediranno l’impianto dell’embrione o produrranno un aborto.

  3. Selezione genetica di embrioni compatibili per curare altri fratelli / sorelle colpiti da malattie come l’anemia de Fanconi, talassemie, sindrome de Wiscott-Aldri… permettendo di disporre al momento del parto di cellule del cordone ombelicale per realizzare un trapianto di midollo osseo al fratello / sorella malato.